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Bilancio del corso 2016 di Massimo Rea

Anche il ciclo di cultura del 2016 sul tema L’EDUCAZIONE ha visto una larga partecipazione di cittadini e diversi interventi da parte del pubblico. L’importante servizio svolto da Telechiara che ha trasmesso il giorno successivo la registrazione delle conferenze e le ha rese disponibili alla visione in internet non ha ridotto significativamente la presenza in aula ma ha significativamente allargato la fruizione delle conferenze a tutti coloro che per i più diversi motivi non hanno avuto la possibilità di intervenire personalmente.
Oggettivamente il tema era troppo vasto e complesso perché fosse possibile trattarlo in modo completo ed esauriente; il corso ha peraltro suggerito una serie di stimoli per un personale approfondimento di vari aspetti.

Il prof. Bertagna ha premesso che i problemi dell’adolescenza sono prevalentemente intrinsechi alla adolescenza stessa più che alle esperienze dell’infanzia. L’adolescente percepisce, nel marasma ormonale che lo coinvolge, la chiamata a raggiungere determinati compiti evolutivi:
• separazione fisica e psicologica dalla famiglia;
• individuazione di sé e quindi necessità di rispondere a domande del tipo: chi sono, cosa voglio dalla vita, quali sono i miei ideali;
• mentalizzazione del corpo; non più quello del bambino ma di un corpo sessuato e relazionale, infine la percezione di essere mortale;
• nascita sociale ovvero il bisogno di essere riconosciuto dal gruppo dei pari e quello degli adulti, di dare valore a quello che viene proposto e di decidere cosa è bene e cosa è male.
Questo percorso evolutivo è spesso doloroso e per stabilire un colloquio con l’adolescente è soprattutto importante riuscire ad ascoltare il suo dolore.

Il prof. Rizzolatti ha introdotto la sua conferenza con la frase di Adam Smith, il fondatore dell’economia liberale, che dice:
Per quanto egoista possa essere una persona, ci sono evidentemente dei principi nella sua natura che lo fanno interessare ad occuparsi dei destini degli altri e rendono la felicità altrui a lui necessaria sebbene non ne derivi niente eccetto il piacere di vederla .
L’aspetto chiave è che si afferma che ci sono alcuni principi nella natura umana che rendono l’uomo interessato agli altri. L’esperienza scientifica ha potuto accertare che questa frase è vera quando si sostituisce la parola principi con meccanismi questa frase.
Esistono nella nostra natura meccanismi che ci chiedono di entrare in rapporto empatico con gli altri se vogliamo essere felici.
Gli studi che hanno portato alla scoperta dei neuroni specchio sono iniziati con lo studio del sistema motorio perché erano emersi aspetti contrastanti nella descrizione dei meccanismi interessati. Dopo aver premesso che l’attivazione di un neurone può essere evidenziata da una serie di frequenze di variazioni di potenziale elettrico, ha illustrato come il messaggio neuronale corrispondente alla visione di un movimento sia lo stesso corrispondente al movimento stesso. Questo era già noto; la sorpresa è stata quando si è visto che lo stesso neurone attivava quando la scimmia compiva l’azione (prendeva un oggetto) sia quando la scimmia vedeva lo sperimentatore compiere l’azione (prendere lo stesso oggetto). L’imitazione è un processo molto complicato perché necessita la trasformazione di parametri visivi in parametri motori che sono completamente diversi. E’ affermato dagli etologi che le scimmie non sono in grado di imitare e che nel processo evolutivo l’action understanding viene prima della imitation che è responsabile della nascita della civiltà.
Merleau-Ponty afferma: The sense of gesture is not given, but understood, that is recaptured by an act on the spectator’s part (…) The communication or comprehension of gesture comes about through the reciprocity of my intentions and the gestures of others. (….) It is as if the other persons’s intention inhabited my body and mine his .
Il senso del gesto è capito perché ricatturato dallo spettatore …. È come se le intenzioni delle altre persone abitassero nel mio corpo e le mie nel suo. Se vedo al bar una persona che allunga la mano verso una tazzina, capisco che intende prendere la tazzina. Ma non compio un processo inferenziale, capisco l’azione perché viene trasformata in un programma motorio mio. Ovviamente questo non impedisce che vi siano anche processi inferenziali che mi permettono di capire che questa azione ha varie altre implicazioni.

La prof. Boscolo ha premesso di condividere la teoria espressa dal premio nobel Amartya Kumar Sen secondo il quale il fattore più importante per il benessere della persona è la capacità di scelta del contesto che meglio valorizza le sue capacità. Questa visione del dr. Sen ha dato origine alla “Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute” da parte della Organizzazione Mondiale della Sanità . Questa mette in luce come il benessere della persona sia legato al contesto sociale in cui è inserito.
Partendo da questa considerazione la dr. Boscolo quando si è appassionata della attività di insegnante di supporto si è adoperata perché tutti i ragazzi (anche quelli meno dotati) fossero messi in condizione di apprendere. Il contesto deve essere tale da permettere a tutti di raggiungere il massimo apprendimento in funzione delle proprie capacità
Già oggi, per la digitalizzazione incalzante, la didattica frontale di un tempo è divenuta poco efficace anche per gli studenti “normodotati”; l’apprendimento dei “nativi digitali” avviene oggi in modo diverso e si suggerisce che questo abbia portato addirittura a un cambiamento fisiologico. L’apprendimento sequenziale è sostituito dall’apprendimento a salti tipico del tablet. Anche la “capacità attentiva” degli studenti risulta oggi molto breve ed è verificato che dopo 15 – 20 minuti essi hanno bisogno di cambiare attività.
Queste considerazioni, insieme con la necessità di valorizzare sia le eccellenze sia le difficoltà presenti nella classe, sono alla base degli esempi di didattica da lei realizzati e presentati in dettaglio col supporto di opportuni filmati.
Nel corso delle risposte alle domande da parte del pubblico sono poi emerse le difficoltà provocate da una normativa che non è ancora riuscita ad adeguarsi agli aspetti innovativi di questa didattica.

Il dr. Nordio, procuratore famoso per le sue prese di posizione fuori dal coro, ha innanzitutto chiarito la diversità tra legalità e giustizia. La prima è l’adesione a una serie di norme che la società si dà per convenienza, la seconda invece prevede il rispetto di una etica che può essere naturale o derivare dalla appartenenza ad un gruppo specifico eventualmente caratterizzato da una credenza religiosa.
Non sempre le regole che la società si impone sono considerate “giuste” dal singolo cittadino; nelle società cosiddette civili la società introduce delle salvaguardie che permettono ai cittadini di non ottemperare alle norme che essi ritengono non giuste. L’esempio classico è la liceità dell’aborto che permette al medico che non lo ritiene “giusto” a non praticarlo. Gli interventi da parte del pubblico alla cui risposta il relatore non si è sottratto hanno fatto calare nella conferenza un senso di prostrazione per la evoluzione della situazione nazionale e forse anche internazionale che si prospetta e per il poco che ogni individuo può fare per migliorarla.

L’ultimo relatore, il prof. Denora, delegato della provincia italiana della Compagnia di Gesù per le opere educative della compagnia ha riaffermato il fine educativo perseguito dalla Compagnia fin dalla sua origine: adoperarsi perché ogni individuo sviluppi le sue caratteristiche verso il “bene comune”, con spirito critico e carità verso tutti gli uomini e le donne. Dopo questa premessa ha illustrato l’iniziativa promossa dal padre Jose Maria Velaz nel 1955 sotto il nome Fe y Alegria. Inizialmente si trattava di scuole per i bambini delle baraccopoli; oggi si tratta di numerose strutture scolastiche presenti in più di 13 diverse nazioni e che forniscono insegnamento a oltre un milione e mezzo di studenti. Dapprima localizzate in America del sud e centrale oggi presenti anche in Italia per il forte contributo dato dalla Compagnia di Gesù.
Massimo Rea- Consiglio Ex Alunni dell’Antonianum

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